Una legge per le azioni collettive risarcitorie è già presente da diversi anni nell’ordinamento giuridico italiano ma i consumatori non hanno potuto trarre grossi vantaggi a causa della difficile e limitata possibilità applicativa. Ora però, come in altre occasioni, ci viene in aiuto l’Unione Europea. Infatti il Parlamento Europeo ha recentemente approvato in via definitiva una nuova normativa che consentirà ai cittadini consumatori dell’Unione di intraprendere, con regole adeguate, una class action (azione collettiva risarcitoria), per proteggersi collegialmente dal rischio di azioni abusive da parte di multinazionali, imprese e professionisti in genere. Gli Stati membri avranno tempo due anni per recepire la direttiva nel loro diritto nazionale e di ulteriori sei mesi per applicarla.
I principali obiettivi della nuova regolamentazione sono quelli di migliorare il funzionamento del mercato interno e di facilitare l’accesso alla giustizia per i consumatori. Sarà consentito, infatti, intentare azioni collettive contro professionisti per presunte violazioni di leggi in numerosi settori, quali l’energia e le telecomunicazioni, i servizi finanziari, la protezione dei dati personali, i viaggi e il turismo. Nello specifico l’azione rappresentativa europea consentirà a enti legittimati (quali le associazioni dei consumatori), e non a studi legali, di rappresentare gruppi di consumatori e intentare azioni collettive.
Con il recepimento nazionale della nuova Direttiva, che auspichiamo avvenga molto velocemente, senza attendere i due anni massimi previsti, si determinerà una nuova era anche per i cittadini italiani, che permetterà di rispondere adeguatamente alle numerose violazioni dei diritti dei consumatori. Questa nuova direttiva è certamente più equilibrata per tutti, darà maggiori diritti ai consumatori ma garantirà anche i professionisti dalle cause temerarie e infondate, inserendo il principio secondo cui la parte soccombente è tenuta a rimborsare alla parte vittoriosa le spese legali sostenute.
I 27 Paesi dell’Ue dovranno instaurare un meccanismo procedurale che consenta agli enti legittimati, come associazioni dei consumatori o organismi pubblici, di intentare azioni rappresentative di natura inibitoria (cessazione o divieto) o risarcitoria (compensazione). L’avvio di azioni giudiziarie transfrontaliere sarà subordinato al rispetto degli stessi criteri in tutta l’Ue da parte degli enti legittimati. Il Parlamento europeo sottolinea che tali enti dovranno dar prova di un certo livello di stabilità e poter rispondere della propria attività pubblica, oltre a dimostrare l’assenza di scopo di lucro, inoltre, sono tenuti a mettere in atto procedure volte a scongiurare influenze esterne o l’insorgere di conflitti di interesse, in particolare se finanziati da terzi.
Edo Billa