Molti ritengono di non sentirsi coinvolti in questi processi, così come, tanti altri, cittadini comuni, si chiedono cosa possiamo fare per evitare il ripetersi dei sempre più frequenti disastri a cui assistiamo quando non direttamente coinvolti. È un tema che non riguarda solo la politica in senso lato o le scelte dei potenti del mondo, per giustificare il disinteresse personale.

Ancora, quanti di noi, nell’osservare un fronte nuvoloso minaccioso non siamo stati pervasi da una lieve sensazione di timore, se non assaliti da vera e propria paura, per possibili danni ai nostri cari, al nostro raccolto, ai nostri beni, alla nostra auto parcheggiata in strada… I fenomeni sono talmente intensi e devastanti in ogni area del pianeta, e alcuni nuovi per l’Europa, come i tornado o le tempeste tropicali, che tutta la comunità scientifica, salvo qualche eccezione, è concorde nell’identificarne le cause e invita a correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Per fortuna, comunque, la sensibilità alla tutela del bene comune è in costante aumento e ci lascia ben sperare per un futuro migliore da consegnare alle nuove generazioni, senza rassegnarci al pessimismo più nero.

Da cittadini responsabili non possiamo che orientarci necessariamente verso un cambio di stili di vita che tengano conto della sostenibilità per ridurre l’impatto delle nostre azioni abituali. Riguarda, quindi, il nostro modo di consumare, di effettuare i nostri spostamenti, di alimentarci e gestire i nostri rifiuti. Il ruolo dei consumatori sarà determinante per la transizione verso modelli di civiltà industriale più compatibili con i cambiamenti richiesti e sempre più le scelte di consumo sono determinate da valutazioni dei parametri legati alla produzione. La tracciabilità del processo produttivo, dalla materia prima al prodotto finale rappresenta l’elemento principale per l’acquisto. È giusto conoscere la provenienza del bene, chi lo ha prodotto e dove, cosa è stato usato per produrlo. Nell’agroalimentare queste informazioni sono già di normale rivelazione, mentre l’estensione di detti obblighi a tutti gli altri settori merceologici è sempre più necessario.

Altrettanto fondamentale è il ruolo rivestito dalle imprese che producono i beni, produrre in modo responsabile implica un cambio di approccio da parte dell’imprenditore classico, della S.p.A., dell’impresa multinazionale… La cosiddetta Responsabilità Sociale d’Impresa deve diventare il valore del sistema produttivo. La violazione del rispetto delle norme relative al lavoro, all’ambiente, alla sua sostenibilità, al rapporto clienti-fornitori, al rapporto con i lavoratori e consumatori, deve appartenere al passato. Mettere in atto queste azioni non risolveranno da sole il problema che abbiamo davanti ma daranno un grande aiuto cosi come i movimenti nati dall’iniziativa di una ragazzina, con tutte le perplessità che suscita, non risolverà il problema ma scuoterà un po’ tante coscienze.

Angelo D’Adamo