L’acquisto dello Smartphone, le APP, la Privacy: questioni da non prendere sottogamba. Non è una novità che negli ultimi anni si siano sollevate preoccupazioni piuttosto consistenti sull’utilizzo che alcune aziende cinesi produttrici di cellulari a basso costo (Huawei e ZTE) farebbero dei nostri dati personali, utilizzandoli e salvandoli altrove senza il nostro consenso per ragioni non ben definite.
Scandali più recenti hanno anche coinvolto aziende europee, come la svedese Nokia, i cui cellulari inviavano dati riguardanti i clienti proprio ad un server in Cina. Un semplice disguido, fanno sapere da Stoccolma, ma chi può dirlo? Preoccupazioni fondate? Difficile saperlo, la ‘partita’ dei cellulari è complessa e anche gli Stati Uniti hanno i loro interessi a screditare le aziende concorrenti e quindi, in primis, le aziende cinesi. Gli stessi Apple iPhone e Google con il servizio Android potrebbero svolgere simili operazioni, non possiamo affermare ancora con assoluta certezza il contrario. Insomma, l’acquisto del celeberrimo smartphone, se abbiamo cara la nostra privacy, oggi più di ieri va fatto cautamente. Ma il problema della privacy passa anche dalle Applicazioni (APP) che installiamo su qualsiasi cellulare. Bisogna sempre fare attenzione alle autorizzazioni che vengono date a questi servizi. Quasi tutte le APP, infatti, in virtù della loro gratuità utilizzano i nostri dati vendendoli alle aziende pubblicitarie al fine di proporci inserzioni pubblicitarie personalizzate.
Per concludere, quindi, un vecchio assioma valido per Facebook finisce per essere utilizzabile anche in questo contesto: se non paghi il prodotto (o lo paghi troppo poco), allora il prodotto sei tu.
Damiano Bedini